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Gli accessi ai Pronto Soccorso sono notevolmente aumentati, causando enormi disagi a utenti e addetti ai lavori. Questo fenomeno coinvolge tutti i Pronto Soccorso delle province di Bari e BAT. Oltre all’elevato numero di accessi, i disagi sono accentuati dall’inadeguatezza degli ambienti, dalla scarsità di posti letto negli ospedali e dagli organici insufficienti.

Nelle province di Bari e BAT, i Pronto Soccorso sono eterogenei e possono disporre di stanze per osservazione breve intensiva, medicina d’urgenza semi-intensiva e aree grigie. Tuttavia, per sopperire alla carenza di posti letto, i pazienti vengono spesso ricoverati in extra locazione, indipendentemente dalla patologia. Questo crea gravi disagi sia per i pazienti che per il personale, poiché non c’è personale dedicato esclusivamente all’assistenza di questi pazienti.

È evidente che la questione delle carenze dei Pronto Soccorso rappresenta una falla nel sistema dell’emergenza-urgenza. Le difficoltà coinvolgono anche il 118, le famiglie dei pazienti e i pazienti stessi, che rischiano di restare in barella per troppe ore.

Nonostante la recente assunzione di 27 infermieri da parte della ASL Bari per i 7 Pronto Soccorso, nulla è stato fatto per le altre aziende sanitarie delle province di Bari e BAT. Il sovraccarico di lavoro compromette la qualità dell’assistenza fornita e influisce negativamente sul benessere del personale dei Pronto Soccorso.

La professionalità del personale è indiscutibile, ma le difficoltà strutturali e il carico di lavoro generano demotivazione. È necessario colmare queste carenze con investimenti mirati e sensibilizzare i Medici di Base, in attesa della “rivoluzione della medicina territoriale” auspicata con i Fondi PNRR.

Urgono investimenti mirati per potenziare i Pronto Soccorso. I pazienti non possono trascorrere giornate in attesa di un ricovero. Le OBI, MUSI e aree grigie devono rispondere a requisiti precisi, ma attualmente i pazienti vengono stipati dove si può.

Chiediamo anche di considerare l’inclusione del PS Pediatrico nel Dipartimento di Emergenza ed Urgenza, visto l’elevato numero di accessi registrati nel 2024. Il Dipartimento della Salute deve stabilire norme più stringenti per garantire un sistema efficiente e giusto.

Senza un incremento strategico dei posti letto, il sistema dell’emergenza rimarrà sovraesposto, con oltre 65 pazienti in attesa di ricovero, e gli spazi dedicati alle attività assistenziali non saranno mai sufficienti.

Le Segreterie Ust Cisl Bari Cisl Fp Bari Cisl Medici Bari

Ci siamo lasciati alle spalle un anno con oltre mille morti sul lavoro e ricominciamo con questa mattanza nei luoghi di lavoro anche nel nuovo anno. La morte del lavoratore stamane nel Policlinico di Bari, è l’emblema della categoria più a rischio nel mondo del lavoro quando si parla di salute e sicurezza. Un lavoratore straniero, operaio di un azienda subappaltatrice durante le lavorazioni di un cantiere, per giunta pubblico, che avrebbe, almeno in teoria, dovuto dare più garanzie di rispetto delle norme e dei controlli sulla sicurezza ma che molto probabilmente la realtà ha dimostrato il contrario, sebbene le dinamiche dell’incidente siano tutte da chiarire per eventuali responsabilità.

Se si è stranieri in Italia, in proporzione, si muore il doppio rispetto ai lavoratori italiani, se si lavora in un cantiere e poi in subappalto, le percentuali di incidente mortale sono purtroppo altissime.

Le leggi, i testi unici, i controlli ex ante, pochi, ex post, non risolutivi, non riescono ad esplicare la loro efficacia.

C’è troppa inosservanza delle norme in materia di sicurezza, c’è troppa sottovalutazione del rischio che fa il paio con la scarsa formazione impartita ai lavoratori, c’è speculazione sul tema sicurezza per accaparrarsi appalti al massimo ribasso, con il “piacere” delle pubbliche amministrazioni committenti che spesso godono nel vedere aggiudicato un’opera o un servizio a prezzi da terzo mondo.

È il sistema nella sua totalità, soprattutto quando trattasi di appalti, responsabile di questi veri e propri omicidi sul lavoro e nessuno può sentirsi con la coscienza a posto quando oggi come ieri, un lavoratore esce di casa per andare al lavoro e non ne farà più ritorno.

Le richieste della Cisl di Bari, insieme alle sue federazioni e alle altre Confederazioni, vanno, da tempo, nella direzione di costruire da un lato una cabina di regia permanente presso la Prefettura sul tema della sicurezza, che si attivi non dopo un incidente ma con costanza e metodo, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, sindacali e contrattuali preposti alla sicurezza, e dall’altro di sottoscrivere con le varie stazioni appaltanti pubbliche dei protocolli sulla materia del lavoro in appalto che possa aumentare il controllo sociale del sindacato in un campo che spesso tende a sfuggire dalle regole e dai controlli.

La Cisl di Bari esprime profondo cordoglio per la morte del lavoratore e porge le più sentite condoglianze alla sua famiglia, garantendo nei prossimi giorni un impegno determinato per non avere più una scia di sangue costante che macchia colpevolmente i nostri luoghi di lavoro.

I numeri delle liste d’attesa in sanità continuano ad allarmare. A Bari e provincia, nel primo semestre 2024, la visita urgente prescritta con lettera U è stata garantita nei tre giorni previsti mediamente solo al 23%; nella Bat la percentuale si abbassa al 6%. Non va meglio a chi può aspettare i dieci giorni per una visita breve (B) che è stata garantita, nello stesso periodo, mediamente, al 30% delle prenotazioni nella provincia di Bari, al 12% nella Bat. È quanto hanno documentato la Cisl e la Federazione cislina dei pensionati di Bari e Bat nell’assemblea pubblica nell’ex tesoreria a Palazzo di città a Bari tenuta (oggi) martedì 7 gennaio 2025 nella sala consiliare del Comune.

Un anno dopo aver avviato la campagna di mobilitazione contro le liste d’attesa infinite, la Cisl rilancia: «Via ai rimborsi previsti dalla legge 107/2024 per le prenotazioni oltre i tempi di attesa; assistenza legale gratuita contro l’eventuale rigetto dei rimborsi».

«Un cittadino su due residente nella provincia di Bari o nella Bat non passa più per i Cup per prenotare una prestazione sanitaria, alimentando il florido mercato della salute a pagamento che sottrae alle tasche delle famiglie italiane ormai oltre 40 miliardi», è il commento del segretario provinciale confederale della Cisl, Giuseppe Boccuzzi. Aggiunge: «Per chi non ha soldi per curarsi o per chi non ha una polizza sanitaria in tasca, la rinuncia alle cure è più sicura di una prenotazione ai nostri Cup ormai dei veri e propri gironi infernali danteschi di attese. Cosa significa garantire un tempo medio di attesa per una colonscopia totale con codice U (3gg) a 148 giorni oppure una visita cardiologica con codice B (10gg) a 101 giorni o una risonanza magnetica dell’Encefalo con codice B a 152 giorni, se non un attentato alla vita e alla salute delle persone?»

Non solo denuncia, ma anche una diga e una via d’uscita. «La legge per combattere questo sistema di gestione della sanità pubblica assolutamente fuori norma, e in netta violazione del precetto costituzionale dell’art. 32 della nostra Costituzione, esiste – spiega il segretario provinciale confederale – e si chiama legge 107 del 2024, ma viene palesemente violata e nessuno interviene per obbligare i gestori della sanità pubblica a farlo. La legge 107 evita di scaricare sui cittadini la colpa dell’incapacità gestionale e politica a risolvere il tema delle liste di attesa ed esonera i cittadini dal pagamento di prestazioni sanitarie sia nel pubblico, sia nell’intramoenia sia nel privato accreditato. Questa previsione di legge non viene applicata né regolamentata: ci sarebbe da ispirarsi ad una determina del 24 dicembre 2024 dell’Asl sarda dell’Ogliastra che ha previsto la possibilità per i cittadini di chiedere rimborsi all’Asl quando sono costretti a ricorrere al privato per l’impossibilità di accedere alle cure». «Garanzie di tutela e azioni concrete, queste che la Legge n.107/2024 offre ai cittadini per esercitare il loro diritto costituzionale alle cure – chiosa il segretario provinciale della Fnp (Federazione nazionale pensionati) di Bari e Bat, Enzo Lezzi – per la cui esigibilità chiediamo che il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, vigili affinché le stesse possano anche in Puglia essere garantite. Tutto ciò mentre proprio in queste ore le Asl di Bari e BAT iniziano a rigettare le prime istanze che in tal senso vengono presentate dai cittadini, costringendoli ad intraprendere un percorso giudiziario. Percorso rispetto al quale – ribadisce Lezzi – noi della Cisl siamo impegnati a sostenere, assicurando gratuitamente assistenza legale a tutti quei cittadini che si vorranno avvalere del nostro supporto. Esattamente, così come abbiamo già iniziato a fare presentando proprio stamani 7 Gennaio 2024, attraverso i nostri avvocati, Vergine e Faggiano, i primi ricorsi innanzi al Giudice di Pace competente per la Citta di Bari, per il riconoscimento di alcune istanze di rimborso presentate da cittadini e prontamente rigettate dall’ASL di Bari, malgrado quest’ultima non abbia rispettato per la prenotazione richiesta i tempi di attesa prescritti dal medico curante».

Il segretario provinciale dei pensionati Cisl di Bari e Bat ripercorre il cammino fatto fin qui e le nuove traiettorie: «Abbiamo chiesto che ai cittadini per i quali non sarà rispettato la tempistica indentificata per classi di priorità di erogazione, l’Asl debba garantire la stessa prestazione in intramoenia (la libera professione dei medici nello stesso ospedale) o con il sistema privato accreditato e il cittadino dovrà pagare solo il ticket (se non è esente). Abbiamo insomma chiesto che venga garantito ai cittadini una tutela e una garanzia alla cura, alternativa all’accesso nel servizio pubblico qualora l’Asl non riesca a rispettare i tempi di priorità prescritti, prevedendo l’assegnazione della visita in attività intramoenia (col pagamento del solo ticket se dovuto) e successivamente riconoscendo il rimborso nel caso di visita presso una struttura privata. Per la gestione delle patologie cronico-degenerative e oncologiche abbiamo chiesto debba essere definito e garantito l’accesso alle prestazioni presenti nei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA), attraverso agende dedicate. La gestione di tali agende può essere effettuata direttamente dallo specialista di riferimento o dalla struttura appositamente dedicata della Asl di appartenenza».

Lezzi, ancora: «Abbiamo chiesto ai direttori gereali delle Asl di potenziare l’offerta assistenziale in relazione alle visite diagnostiche e specialistiche, comprese le aperture straordinarie dei centri trasfusionali. Attendiamo che i cittadini possano effettuare visite diagnostiche e specialistiche nei giorni di sabato e domenica e la fascia oraria per l’erogazione di tali prestazioni possa essere prolungata».

«La Cisl Bari Bat dopo un anno di mobilitazione e di accompagnamento dei cittadini in un percorso di riaffermazione del diritto alle cure e alla salute – conclude Boccuzzi – non arretrerà di un millimetro in questa battaglia di civiltà fino a quando le prenotazioni ai Cup siano rispettose delle leggi e della dignità di un cittadino che chiede salute».