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Patrizia Camassa

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“Il quadro del mercato del lavoro è preoccupante: su scala regionale le domande presentate all’Inps dall’inizio della pandemia, tra Cig ordinaria, in deroga regionale, Inps e Fondo integrativo salariale (Fis) sono state fino ai giorni scorsi oltre 234 mila. Le crisi aziendali in task force regionale alla fine del 2020 erano ben 54, dove sono interessati migliaia di lavoratori. Ecco perché sosteniamo che serve un’accelerazione nel trattare le criticità regionali e territoriali”. Lo rileva il Segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci al termine della riunione di segreteria regionale di stamane. “Il Covid oltre alle criticità sanitarie – precisa – ci sta lasciando drammaticamente miliardi di perdite, tra minore e mancato fatturato delle imprese, riduzione di lavoro a tempo determinato e lavoro indipendente, colpendo tragicamente in particolare giovani e donne. Per tutto ciò non c’è una soluzione da manuale, vista l’incertezza generale, per questo la Cisl da tempo fa presente che la via d’uscita è il rilancio del welfare, dell’economia e del lavoro. Bisogna accelerare. Occorre un piano lavoro con un patto sociale regionale che coinvolga le parti sociali e le istituzioni. Un confronto che deve estendersi affrontando le questioni relative allo sviluppo, alla semplificazione, alla formazione, alle politiche attive del lavoro, alle infrastrutture. Come per esempio relativamente alle due zone economiche speciali interregionali – conclude Castellucci – che interessano la Puglia, quella Adriatica e quella Ionica, sulle quali si potrebbe passare finalmente ad una fase più operativa e concreta. Non si può prescindere da questi elementi perché non ci può essere futuro senza sviluppo e senza lavoro”.

“Bisogna affrontare le tante, troppe vertenze industrali aperte al Mise con una vera capacità progettuale, responsabilità e capacità di sintesi. La via di una nuova concertazione è la più indicata per rinnovare le politiche industriali, per orientare su traguardi di partecipazione, produttività e sostenibilità l’intervento dello Stato sui capitali privati”.

Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto oggi al Consiglio Generale della Fim Cisl.

“Occorre gestire e risolvere le tante crisi aziendali che da anni giacciono in una condizione di perenne istruttoria – ha aggiunto il leader della Cisl ricordando i ” troppi posti di lavoro a rischio: Whirlpool, Ilva, Blutec, Jindal , ex Embraco, Sicor e tante altre ancora. Il Ministro Giorgetti attivi in tavolo di confronto strutturato e permanente al Mise per trovare insieme soluzioni concrete alle vertenze aperte e dare una prospettiva alla filiera siderurgica italiana ed agli settori industriali in crisi costruendo soluzioni e certezze per la difesa delle produzioni e della occupazione. L’Italia nonostante le difficoltà legate alla crisi economica rimane ancora la seconda manifattura europea. È un posizionamento che va difeso e consolidato con una politica industriale forte, autorevole, capace di gestire la transizione digitale e verde e di rispondere a crisi complesse, che coinvolgono filiere sempre più lunghe, internazionali, e orizzontali. Bisogna tornare a “osare l’industria” italiana, difendendo l’esistente, ma anche ammodernando il sistema produttivo, adeguandolo alle nuove sfide del 4.0. Significa sostenere le realtà più innovative e tecnologiche, aggiornare gli ecosistemi produttivi e lavorativi, governare la trasformazione verde, tecnologica, digitale, dei nostri asset strategici, dal manifatturiero all’agroalimentare, dal tessile al chimico, dai trasporti all’informatica, dalle costruzioni ai comparti ambientali, fino all’intreccio che lega questi settori ai servizi, al terziario, al commercio, all’artigianato. Gestire le emergenze e costruire una visione nuova di politica industriale è possibile impegnando risorse europee in arrivo a cominciare dal Recovery Plan ed utilizzando fonti di finanziamento nazionali”.

Roma, 30 marzo 2021 – “E’ un grande risultato, frutto di un confronto serrato e responsabile con Just Eat, che restituisce a migliaia di persone il diritto sacrosanto ad avere un contratto, riafferma la dignità del lavoro e diritti fondamentali in un settore troppo a lungo deregolamentato come quello della Gig Economy e dei riders”. Così Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, ha commentato oggi l’accordo siglato tra le categorie dei trasporti di Cisl, Cgil, Uil e Just Eat.

“Ai ciclofattorini – ha aggiunto concludendo il consiglio generale della Usr Veneto – sarà applicato e adattato alle specifiche esigenze del comparto il contratto nazionale della logistica, come a lungo tempo invocato dalla Cisl e dalla Fit. In concreto vuol dire salari svincolati dalla logica del cottimo, premi incentivanti e limiti sul carico di lavoro, Tfr e previdenza, malattia e straordinari, maggiorazioni per i servizi notturni e festivi. E poi congedi parentali, rimborsi, dispositivi di protezione, diritto alla disconnessione, alla privacy e alle agibilità sindacali. Insomma, si entra in una stagione nuova, fatta di vere tutele contrattate, che riconosce in pieno, nel lavoro dei 4mila ciclofattorini Just Eat, un rapporto di lavoro subordinato. Dopo il traguardo sul protocollo anti-caporalato digitale, compiamo un altro passo fondamentale verso una regolamentazione equa e adattiva perché generata dall’incontro pattizio, partecipativo e dinamico di relazioni industriali costruttive, innovative e responsabili. Un modello da estendere a tutto il lavoro su piattaforma, e che ora deve portare, tra l’altro, alla firma di uno specifico Protocollo nazionale su salute e sicurezza che rafforzi le tutele di tutti i riders. Bisogna dare protagonismo alle relazioni sociali e alla contrattazione per assicurare redditi adeguati e massima protezione sociale, alti standard su salute e sicurezza, produttività e buona flessibilità negoziata”.

Castellucci (CISL PUGLIA) e Gemma (FP CISL PUGLIA), preoccupati per lavoratrici e lavoratori.

“Dopo le problematiche riscontrate nei giorni scorsi per l’assenza di confronto, che aiuta a crescere tutti contro le evidenti problematiche contro la pandemia, a cominciare dalla pianificazione dell’emergenza/urgenza e dalla sicurezza dei lavoratori, abbiamo apprezzato la disponibilità della Regione Puglia sulla soluzione riguardo le modalità in cui lavoratrici e lavoratori (medici, infermieri e operatori socio sanitari) stanno lavorando per assicurare ai cittadini pugliesi le giuste aspettative”. Così i Segretari generali di Cisl Fp Puglia e Cisl Puglia, Aldo Gemma e Antonio Castellucci, alla fine della riunone con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sull’hub vaccinale Covid della Fiera del Levante. “Abbiamo detto al Presidente Emiliano che abbiamo difficoltà a comprendere il motivo per cui siamo arrivati a questa situazione ma abbiamo avuto rassicurazioni affinché si arrivi a soluzioni condivise. Proseguiremo come Cisl ad impegnarci per tutelare il personale in prima linea perché è anche il bisogno dei cittadini in un momento di emergenza pandemica mondiale che non possiamo sottovalutare” – concludono Gemma e Castellucci.

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Si è tenuta nei giorni scorsi presso la Direzione generale dell’a sl Bari la cabina di regia per il confronto tra il management della Asl e le strutture confederali di CGIL, CISL e UIL di Bari, con la presenza delle federazioni del pubblico impiego e dei pensionati.

Il confronto era stato anticipato da una richiesta di informativa su diversi punti tra i quali in via principale:

  1. Piano operativo aziendale per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, screening e ricoveri ospedalieri non erogati a causa dell’emergenza      Covid – 19 e il conseguente abbattimento delle liste di attesa;
  2. Il piano di vaccinazioni anti Covid ed il cronoprogramma delle relative attività, predisposte dall’Asl;
  3. Il piano di potenziamento dell’assistenza territoriale e quindi il livello di incisività delle attività di contact tracing;
  4. Il numero di Usca territorialmente attivate e funzionanti sul livello territoriale e la loro verificata capacità d’intervento per evitare un appesantimento dell’assistenza ospedaliera;
  5. lo stato dell’attuale organizzazione dei PTA (Presidi Territoriali di Assistenza);
  6. la situazione relativa all’impiego e ai relativi investimenti dei fondi della programmazione comunitaria 2014/2020 assegnati all’Asl nel 2016.

19 marzo 2021  – Alleanza per l’Infanzia – la rete nazionale di organizzazioni e associazioni impegnate a diverso titolo nella promozione e tutela dei diritti dei bambini e ragazzi e dei loro genitori, a cui anche la Cisl ha dato la propria adesione – valuta positivamente le disposizioni del nuovo decreto volte a sostenere le famiglie e in particolare i lavoratori e le lavoratrici con figli fino a 14 anni.Rileva anche che vi sono alcuni miglioramenti rispetto ai decreti precedenti, quali l’ampliamento dell’orizzonte temporale (6 mesi); l’aumento dei fondi stanziati (292 milioni di Euro); il coinvolgimento di categorie professionali prima escluse.Alleanza per l’Infanzia tuttavia ritiene che le misure emergenziali introdotte nel 2020 – volte a sostenere i lavoratori e le lavoratrici con figli in seguito alla sospensione dei servizi educativi e delle attività didattiche – hanno potuto rispondere solo in misura parziale e sicuramente non sufficiente ai bisogni di conciliazione e di sostegno alle spese delle famiglie con figli.Nel nuovo decreto emerge ancora una visione di insieme e di più lungo periodo inadeguata a dare risposte soddisfacenti ai bisogni di conciliazione che vivono le famiglie con figli e di costruire le condizioni per uno sviluppo sostenibile, dal punto di vista sociale, economico, demografico che rimetta pienamente al centro la parità di genere e le opportunità per le nuove generazioni.Emergono alcune criticità che, a distanza di più di un anno dall’inizio della pandemia, continuano purtroppo a non trovare soluzione.1. Innanzitutto, si osserva il paradosso per cui il lavoro a distanza viene considerato in questo momento di emergenza pandemica strumento di conciliazione e in alternativa al congedo.

È un controsenso macroscopico sia rispetto alla possibilità di raggiungere un equilibrio sostenibile tra cura e lavoro, sia rispetto all’obiettivo di assicurare ai figli adeguate cure. Ciò vale in modo particolare per la prima infanzia. Ma è vero anche per l’età scolare, poiché è richiesto un accompagnamento attivo nelle attività di DAD2. Quanto al congedo straordinario (congedo Covid) per genitori con figli sotto i 14 anni, (che nei primi decreti del 2020 era alternativo al Bonus baby-sitting) Alleanza per l’infanzia non comprende perché non possa essere richiesto da chi, pur potendo teoricamente lavorare a distanza, ha bambini troppo piccoli per poterlo effettivamente fare. Inoltre, ritiene che il modo in cui è regolato risulti poco attento al riequilibrio di genere della cura, non prevedendo alcun incentivo per favorirne l’utilizzo anche da parte dei padri. Il congedo è anche fortemente penalizzante per i redditi familiari modesti, dato che implica una decurtazione del 50% del salario.3. Il bonus baby-sitting, che già nel 2020 (prima e seconda edizione) appariva limitato – sia rispetto ai bisogni di conciliazione, sia rispetto al sostegno e alla cura dei figli – nel disegno del nuovo decreto appare ancora più restrittivo, poiché destinato ai soli lavoratori autonomi e al personale dei settori essenziali (lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, lavoratori autonomi, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, dipendenti del settore sanitario, ecc.). Sicuramente è doveroso aiutare queste categorie a fronteggiare i problemi di conciliazione tra lavoro e cura. Non è però comprensibile perché non sia data la stessa possibilità anche alle operaie/i, commesse/i, ovvero alle lavoratrici e lavoratori in presenza che non possono permettersi di prendere il congedo di fruire del bonus babysitter. Questa distinzione per “categorie” dei sostegni alla conciliazione tra lavoro e cura nell’emergenza non lascia alcuno spazio ai genitori di scegliere lo strumento più adatto alla loro situazione.Si aggiunga che il bonus babysitter appare anche molto limitato nel disegno, poiché non tiene conto dei diversi bisogni familiari (ad esempio, l’entità del bonus non varia in relazione all’età e al numero dei figli).In sintesi, Alleanza per l’Infanzia ritiene che gli interventi proposti non riescano a rispondere appieno ai bisogni emergenti delle famiglie con figli (in termini di cura) scaricando in larga parte sui genitori i costi e il compito di trovare soluzioni ai bisogni educativi e di socialità dei figli. In particolare, preoccupano le conseguenze sulle madri con minori risorse economiche che si vedranno costrette a lasciare il lavoro, ancora di più di quanto gli ultimi dati ISTAT e quelli dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro indichino.Alleanza per l’Infanzia, chiede pertanto di ripensare al disegno delle misure straordinarie a sostegno per le famiglie nel periodo dell’emergenza, per impedire ricadute ulteriormente penalizzanti sulle madri e sui bambini/ragazzi di classi sociali più svantaggiate.In dettaglio:a) In merito al lavoro a distanza si invita a rivalutare il concetto di incompatibilità con la domanda di accesso per il bonus baby-sitting o con il congedo.b) Riguardo al congedo straordinario, auspicando una riforma strutturale del sistema dei congedi nella direzione di una maggiore presa in carico delle istanze rappresentate dalle famiglie con figli/e e delle questioni legate al genere, si invita a riconsiderare l’ammontare dell’indennità (riducendo la decurtazione) e prevedendo forme di incentivo economiche capaci di coinvolgere maggiormente anche i padri nell’utilizzo.c) Per il bonus baby-sitting si chiede di ripensare al target dei beneficiari: estendendo la platea dei potenziali beneficiari a tutti i genitori lavoratori con figli sotto i 14 anni, indipendentemente dal settore in cui lavorano e dalla modalità lavorativa.

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Le morti sul lavoro continue riempiono le cronache dei giornali e gonfiano le statistiche di questa mattanza che ormai da anni colpisce il mondo del lavoro italiano, senza comunque registrare un’inversione di questa tendenza negativa che non trova freni né dall’impianto legislativo posto a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori ne’ dalla consistenza dei controlli degli organi ispettivi in fase preventiva che scontano ovviamente organici e forze in campo sicuramente insufficienti per monitorare il panorama complessivo delle aziende dei nostri territori, che solo tra Bari e BAT, siamo a 130.000 aziende attive. 

I Segretari Generali della Cisl di Bari Giuseppe Boccuzzi e della FILCA Cisl Puglia Antonio Delle Noci, esprimono profondo cordoglio alla famiglia dell’operaio Giuseppe D’Erasmo, morto a Gravina, che chiamato ad operare nella sua attività ordinaria ha incontrato la morte anziché le condizioni di un lavoro sicuro.