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Patrizia Camassa

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“Il percorso di mobilitazione iniziato circa un mese fa vedrà, sabato 26 giugno prossimo  tre manifestazioni nazionali nelle città di Bari con il Segretario Generale UIL Pierpaolo Bombardieri, Firenze con il Segretario Generale CISL Luigi Sbarra e Torino con il Segretario Generale CGIL Maurizio Landini”. Lo annunciano in una nota Ivana Galli, Daniela Fumarola e Emanuele Ronzoni, segretari/e  organizzativi/e di Cgil Cisl e Uil.

“Il nostro Paese – si legge nella nota congiunta –  sta vivendo una delicata fase di transizione. La crisi pandemica ha arrestato in parte la sua corsa, grazie anche alla campagna vaccinale in atto, ma a preoccuparci al pari dell’espansione del virus è la ripresa economica che deve essere il faro per la massima coesione sociale, in grado di creare lavoro stabile e sicuro, a partire dai giovani, dalle donne e dal Mezzogiorno. Nel Decreto Sostegni non vi è contezza e condizione per affermare che ci siano i presupposti necessari a tutto ciò, non dimenticando che tale Decreto prevede la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti dal 1° luglio p.v. e l’assenza di adeguate politiche industriali capaci di valorizzare a pieno gli investimenti e i contenuti del PNRR.

Durante questi lunghi mesi di pandemia abbiamo sempre avanzato proposte e chiesto con tenacia la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. Tali azioni hanno trovato forte condivisione anche nella Conferenza Episcopale Italiana.

La mobilitazione avviata nelle scorse settimane, sulla grave emergenza della sicurezza nei luoghi di lavoro, proseguita con il presidio del 28 maggio davanti alla sede del Parlamento, ha prodotto risultati parziali.

Per queste ragioni, la nostra azione deve proseguire in modo articolato, su base categoriale e territoriale, con assemblee nei luoghi di lavoro, attivi unitari, incontri con i gruppi parlamentari, i partiti e con il coinvolgimento di tutte le aree sociali sensibili alle nostre istanze.

L’obiettivo primario è conquistare la proroga della moratoria sui licenziamenti almeno fino al 31 ottobre, una riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive per il lavoro.

È necessario ribadire con fermezza i contenuti della piattaforma unitaria su: lavoro, occupazione, coesione, sviluppo, fisco, pensioni, non autosufficienza, rinnovo dei contratti pubblici e privati, riforma pubblica amministrazione e scuola, della cultura e del turismo. È fondamentale, inoltre, che ci sia da parte delle istituzioni la volontà di attuare un piano serio ed efficace che sia in grado di utilizzare le risorse del PNRR al fine di creare una stabile connessione tra investimenti e occupazione, coinvolgendo in maniera significativa con una governance partecipata e preventiva   le Parti Sociali” conclude la nota.

Conduce Francesco Zagaria TV alle 21:10 su Antenna Sud 13

Tema della puntata:𝑵𝑬𝑿𝑻 𝑮𝑬𝑵𝑬𝑹𝑨𝑻𝑰𝑶𝑵 𝑳𝑨 𝑩𝑨𝑻 𝑮𝑼𝑨𝑹𝑫𝑨 𝑨𝑳 𝑭𝑼𝑻𝑼𝑹𝑶

Ospiti; Emanuele Daluiso, Coordinatore Tecnico Pes BAT, Riccardo Cassetta, Confindustria BAT Mario Landriscina, Confesercenti BAT, Giuseppe Boccuzzi, CISL Puglia e Andrea Acquaviva, Legacoop Puglia

“Abbiamo deciso di intensificare la fase di mobilitazione unitaria sui temi del lavoro e della sua sicurezza, sollecitando i necessari cambiamenti al Decreto Sostegni Bis. Il 26 giugno faremo tre grandi manifestazioni a Torino, Firenze, Bari ed andremo avanti fino a quando non raggiungeremo i nostri obiettivi e sulla base delle priorità indicate nella nostra piattaforma unitaria”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, concludendo oggi a Roma il Consiglio Generale della Fisascat Cisl. “Noi stimiamo molto il Presidente Draghi con cui abbiamo siglato tre accordi importanti di concertazione nelle scorse settimane. Questo è il metodo giusto che bisogna praticare con coerenza e rispetto per il ruolo delle parti sociali, non le scelte unilaterali e sbagliate del decreto sostegni. Sia chiaro: noi non faremo sconti a nessun Governo. Come abbiamo sempre fatto nella nostra lunga storia. Per la Cisl conta solo il merito ed i risultati concreti” ha aggiunto Sbarra. “Il nostro Paese, e con esso il mondo del lavoro, hanno bisogno della massima coesione sociale e condivisione per affrontare con equità, giustizia e solidarietà la difficile fase di ricostruzione economica. Oggi pomeriggio incontreremo il Gruppo parlamentare di Italia Viva e nei prossimi giorni tutti gli altri partiti. Vediamo una politica distratta dai sondaggi in vista delle elezioni amministrative che discute di temi astratti. Si concentrino sulle vere priorità del paese, mettendo al centro il lavoro stabile, gli investimenti, le riforme, il Mezzogiorno, nel quadro di un vero dialogo con le parti sociali. La proroga della moratoria sui licenziamenti per tutti i settori almeno fino al prossimo 31 ottobre è necessaria per evitare che si allunghi l’ elenco dei disoccupati. Concentriamoci sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive che sono il vero anello mancante in Italia, costruendo quelle nuove competenze e professionalità che il mercato del lavoro reclama, come si è visto anche in queste settimane, per far ripartire il paese”.

In attesa dell’assegno unico universale, che sostituirà dal 2022 una serie di altri benefici dedicati alla famiglia, a luglio dovrebbe partire una versione temporanea di questa misura.

Assegno unico: a chi spetta

L’assegno unico temporaneo spetta soltanto a chi non ha diritto all’assegno al nucleo familiare, per i figli residenti in Italia.

Di conseguenza, ad esempio, se un lavoratore dipendente non può ottenere l’assegno al nucleo familiare per motivi di reddito, perché supera i limiti, oppure perché il suo reddito familiare non deriva per il 70% da lavoro dipendente, può ottenere invece l’assegno unico se rientra nel limite Isee.

Identica situazione per i lavoratori parasubordinati, per i quali l’assegno al nucleo familiare viene pagato in relazione ai mesi di effettiva copertura contributiva dell’anno precedente: per queste persone potrebbe essere conveniente chiedere l’assegno unico.

I pensionati da lavoro autonomo, i coltivatori diretti, i coloni e mezzadri possono invece cumulare il trattamento di famiglia a cui hanno diritto (assegni familiari, quote di maggiorazione) con l’assegno unico.

La misura sarà concessa anche ai titolari di reddito di cittadinanza: in tal caso, da questo tipo di sostegno sarà tolta la quota per i figli.

Se nel nucleo familiare sono presenti figli disabili, il cui stato verrà valutato con i criteri utilizzati per il calcolo dell’Isee, l’importo dell’assegno sarà maggiorato del 50% per ciascun figlio.

La norma prevede l’assegno per i figli minori, ma non cita i soggetti equiparati come, a esempio, i minori legalmente affidati al richiedente: i patronati hanno segnalato il problema all’Inps, che approfondirà la questione.

Assegno unico: come fare domanda

L’Inps sta elaborando procedura per fare domanda di assegno unico. È probabile che servirà fare una richiesta per ogni figlio.

Al momento della domanda, l’Inps verificherà se il richiedente è già beneficiario dell’assegno al nucleo familiare.

Se durante il periodo in cui si riceve l’assegno temporaneo si verificano variazioni della situazione familiare, sarà necessario chiedere un nuovo Isee e inviare una nuova domanda di assegno unico.

Assegno unico: come viene pagato

L’assegno viene accreditato sul conto corrente del richiedente, anche se cointestato con altra persona.

In caso di affidamento condiviso (con genitori divorziati o separati), l’assegno sarà versato a ciascuno dei due genitori nella misura del 50%. Il richiedente che è genitore unico (vedovo, affidatario in via esclusiva, ecc.) avrà il 100% dell’assegno.