La Cisl si è mostrata disponibile ad aggiornare, rafforzare e adeguare i protocolli già il 2 Agosto in occasione di un vertice con il premier Draghi. In quell’occasione abbiamo anche detto al Presidente del Consiglio che avremmo sostenuto una legge sull’obbligo vaccinale. Non accettiamo lezioni da nessuno. A Confindustria diciamo di concentrarsi per allargare i punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro e di evitare fughe in avanti con iniziative improvvide ed unilaterali, di far rispettare alle proprie associate l’avviso comune contro i licenziamenti. E’ su questo capitolo che dovremmo lavorare unendo sforzi e risorse non gettando benzina sul fuoco.
“Siamo pronti a tornare al tavolo per rafforzare il Protocollo sulla sicurezza e anche a discutere di Green pass per accedere a mense e spazi comuni. Ma diciamo no a fughe in avanti senza confronto, ad azioni unilaterali calate dall’alto tramite Faq che dividono i lavoratori e creano solo caos”. (…) “Le mense hanno sempre rispettato il Protocollo sulla sicurezza sottoscritto dalle parti sociali. E il Protocollo ha funzionato: nessun focolaio e lavoratori tutelati. Ecco perché il governo deve fare chiarezza al più presto. Il sindacato ha sin qui mostrato responsabilità. Accusarci di strizzare l’occhio ai no vax è surreale. (…) Le mense devono continuare a fornire questo servizio. Sarebbe un’assurdità mettere a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, fermando il servizio o assicurandolo solo a una parte dei lavoratori. Ci sono accordi sindacali precisi che vanno rispettati. Ciò detto, i protocolli possono essere migliorati e adattati alla nuova situazione. Chiediamo per questo di essere convocati al più presto dall’esecutivo per rifare un accordo a tre, tra sindacati, imprese e governo”.
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“Non possiamo continuare con questo bollettino di guerra quotidiano che insanguina i luoghi di lavoro. La Cisl lo dirà oggi con forza all’incontro con i Ministri Speranza ed Orlando sul tema della tutela della salute e della sicurezza”. “Dobbiamo essere davvero grati e riconoscenti al Presidente Mattarella per aver ancora una volta sottolineato che occorre una svolta delle istituzioni per fermare gli incidenti sul lavoro, una piaga sociale grave e inaccettabile. La tragica morte di Laila a Modena, dopo quella della giovane Luana, ha scosso i cuori e le coscienze di tutti gli italiani”. “Occorre accelerare le assunzioni previste degli ispettori del lavoro, sostenere con un grande investimento l’azione che con competenza porterà avanti Bruno Giordano, un giudice esperto di sicurezza, da poco alla guida dell’Ispettorato del lavoro”, aggiunge il leader Cisl che ricorda che le denunce di infortunio presentate all’Inail tra gennaio e giugno sono state 266.804 (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2020), 538 delle quali con esito mortale. “La pandemia si è rivelata un alibi per molte aziende che hanno ulteriormente frenato quel poco di impegni e di investimenti sulla sicurezza, anteponendo la logica del profitto alla centralità della vita umana. Servono più controlli, più personale qualificato, più cultura della prevenzione: lo abbiamo detto in questi mesi nelle nostre manifestazioni nazionali, regionali e di categoria. Il sindacato fara’ la sua parte in questa vertenza nazionale, anche combattendo contro gli appalti al ribasso e l’eccesso di esternalizzazioni, pretendendo l’applicazione integrale delle norme sulla sicurezza e dei protocolli che abbiamo siglato per combattere il Covid. C’è bisogno di un patto vero tra governo, sindacati ed associazioni datoriali, per far rispettare da tutti gli accordi sulla prevenzione, discutere sui carichi eccessivi di lavoro e di straordinari, eliminare o ridurre al minimo i rischi per la salute”.
“Le risorse del PNRR vanno spese e vanno spese bene”. Lo ha affermato il Segretario confederale nazionale Ignazio Ganga, intervenendo al Consiglio Generale della Cisl Puglia, svoltosi a Bari. “Siamo nel Mezzogiorno dove non sempre ci siamo distinti per la spesa dei fondi comunitari. È una sfida importante, mai come oggi per il sociale organizzato. Il ruolo delle parti sociali deve essere centrale, fondamentale e non a posteriori”, ha proseguito. “La Cisl c’è, con il suo patrimonio di idee, con la sua grande carica propositiva per accompagnare questa nuova stagione sia sul livello centrale che nelle strutture regionali e territoriali. C’è un grande patrimonio di esperienza che mettiamo a disposizione del Governo e siamo fiduciosi che centreremo gli obiettivi. Dobbiamo essere ottimisti riguardo agli obiettivi che ci siamo dati col Governo a Roma e che le nostre strutture si stanno dando con i governi regionali”. Infine, il Segretario confederale ha rilanciato “un invito ai governi regionali: evitate di portare avanti questa stagione complessa senza il sostegno delle parti sociali. Dobbiamo tirare il carro tutti dalla stessa parte; farlo da parti differenti può far rompere il carro stesso, e non è il momento di fare errori che ci sono stati nel passato”. “L’appello è uno solo: ripartire insieme. Perché altrimenti non abbiamo gli strumenti per poter ragionare sulle questioni cruciali di questo periodo, e cioè il PNRR, la scuola, i trasporti, la sanità, lo sviluppo”, ha sottolineato il Segretario generale della Cisl Puglia Antonio Castellucci, nella sua relazione a proposito della ripresa delle questioni sul tavolo sindacale. “Rilanciamo l’appello alla Regione Puglia, affinché ci possa riconvocare attraverso quelle cabine di regia che avevamo avviato all’inizio dell’anno. Purtroppo, dopo l’inizio di alcuni incontri, ci siamo fermati perché di fatto la politica vuole decidere da sola. È naturale – ha concluso Castellucci – che la Cisl, rispetto a quella che è l’azione sindacale, con tutte le sue federazioni, sta sviluppando un ragionamento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che poi comunque rappresenterà alla stessa Regione alle istituzioni territoriali. Quindi su questo noi ci auguriamo a breve che ci possa essere un confronto serrato, franco, leale, con la Regione per un patto sociale; ma anche unitariamente porteremo avanti le nostre idee”. O si riparte o nelle prossime settimane il sindacato confederale regionale sarà pronto anche alla mobilitazione.
La Citta’ Metropolitana di Bari con i suoi 41 comuni sara’ epicentro nei prossimi 10 anni di un grande processo di investimenti pubblici che devono trovare un’efficace sintesi con gli investimenti privati in un quadro istituzionale e sociale di concreto coinvolgimento delle rappresentanze del mondo del lavoro per dare una rinnovata speranza di inserimento sociale attraverso un lavoro dignitoso alle tante persone di questa terra meravigliosa che ogni giorno sognano di vivere e lavorare nella loro terra.
Riprogrammare un assetto istituzionale all’interno di un quadro socio-economico profondamente mutato per gli effetti ancora attuali della pandemia da Covid-19, è sicuramente una delle sfide più importanti che la Città Metropolitana di Bari, con le sue 41 comunità cittadine, si troverà ad affrontare nei prossimi 10 anni.
Pensare attraverso un Manifesto dei Sindaci dei 41 comuni del barese ad una strategia metropolitana partecipata che veda nel coinvolgimento del partenariato economico-sociale una parte integrante e attiva del processo di pianificazione strategica, è sicuramente un metodo partecipativo di una forte assunzione collettiva di responsabilità, che Cgil, Cisl e Uil di Bari vogliono valorizzare mettendo in campo percorsi di condivisione di idee, proposte e progetti che possano contribuire alla crescita sociale, economica e culturale della Città Metropolitana di Bari.
L’adesione al Manifesto dei 41 sindaci dell’area metropolitana barese trova un punto fondamentale nel Patto etico per il lavoro.
Non c’è dubbio che il governo della Città Metropolitana di Bari, con le grandi chances di ripartenza che offriranno i programmi di investimenti pubblici del PNRR, della programmazione dei fondi comunitari 2021-2027, del Fondo Sviluppo e Coesione e dei programmi ministeriali, debba accogliere e confermare i valori di legalità e rispetto dei diritti dei lavoratori, strutturando le sue azioni per il sostegno all’economia locale e all’occupazione.
Lavorare in sicurezza, lavorare nel pieno rispetto dei contratti collettivi, lavorare protetti da forme di sfruttamento e discriminazione sono elementi imprescindibili di una qualificata azione di stimolo della spesa pubblica all’economia del nostro territorio, con l’esigenza di garantire un uso trasparente, efficiente ed efficace delle risorse pubbliche.
Sono 50.000 i disoccupati dell’area metropolitana barese e la sfida più grande dei prossimi 10 anni è sicuramente quella di offrire a questi nostri cittadini e cittadine, a partire dalle giovani generazioni, concrete opportunità di inclusione sociale attraverso un inserimento stabile e dignitoso nel mondo del lavoro locale.
Protocolli in materia di appalti, costituzione di una cabina di regia per il monitoraggio degli interventi infrastrutturali finanziati per le scuole superiori della provincia e politiche industriali definite da un raccordo tra istituzioni, sistema delle imprese, sistema universitario e rappresentanze del lavoro, sono i primi ma fondamentali atti che Cgil, Cisl e Uil di Bari stanno chiedendo con determinazione alla Città Metropolitana di Bari, affinchè si possa concretamente accompagnare la ripartenza e supportare la ripresa fino ad almeno il 2030.
Il Manifesto del 28 luglio sia l’avvio di una rinnovata e lungimirante stagione concertativa locale per fare dell’area metropolitana barese un’area di grandi concentrazioni di capitali di investimento per un benessere diffuso che ci faccia stare dentro l’Europa senza il marchio negativo dell’area svantaggiata.
Gigia Bucci – Giuseppe Boccuzzi – Franco Busto