I numeri delle liste d’attesa in sanità continuano ad allarmare. A Bari e provincia, nel primo semestre 2024, la visita urgente prescritta con lettera U è stata garantita nei tre giorni previsti mediamente solo al 23%; nella Bat la percentuale si abbassa al 6%. Non va meglio a chi può aspettare i dieci giorni per una visita breve (B) che è stata garantita, nello stesso periodo, mediamente, al 30% delle prenotazioni nella provincia di Bari, al 12% nella Bat. È quanto hanno documentato la Cisl e la Federazione cislina dei pensionati di Bari e Bat nell’assemblea pubblica nell’ex tesoreria a Palazzo di città a Bari tenuta (oggi) martedì 7 gennaio 2025 nella sala consiliare del Comune.
Un anno dopo aver avviato la campagna di mobilitazione contro le liste d’attesa infinite, la Cisl rilancia: «Via ai rimborsi previsti dalla legge 107/2024 per le prenotazioni oltre i tempi di attesa; assistenza legale gratuita contro l’eventuale rigetto dei rimborsi».
«Un cittadino su due residente nella provincia di Bari o nella Bat non passa più per i Cup per prenotare una prestazione sanitaria, alimentando il florido mercato della salute a pagamento che sottrae alle tasche delle famiglie italiane ormai oltre 40 miliardi», è il commento del segretario provinciale confederale della Cisl, Giuseppe Boccuzzi. Aggiunge: «Per chi non ha soldi per curarsi o per chi non ha una polizza sanitaria in tasca, la rinuncia alle cure è più sicura di una prenotazione ai nostri Cup ormai dei veri e propri gironi infernali danteschi di attese. Cosa significa garantire un tempo medio di attesa per una colonscopia totale con codice U (3gg) a 148 giorni oppure una visita cardiologica con codice B (10gg) a 101 giorni o una risonanza magnetica dell’Encefalo con codice B a 152 giorni, se non un attentato alla vita e alla salute delle persone?»
Non solo denuncia, ma anche una diga e una via d’uscita. «La legge per combattere questo sistema di gestione della sanità pubblica assolutamente fuori norma, e in netta violazione del precetto costituzionale dell’art. 32 della nostra Costituzione, esiste – spiega il segretario provinciale confederale – e si chiama legge 107 del 2024, ma viene palesemente violata e nessuno interviene per obbligare i gestori della sanità pubblica a farlo. La legge 107 evita di scaricare sui cittadini la colpa dell’incapacità gestionale e politica a risolvere il tema delle liste di attesa ed esonera i cittadini dal pagamento di prestazioni sanitarie sia nel pubblico, sia nell’intramoenia sia nel privato accreditato. Questa previsione di legge non viene applicata né regolamentata: ci sarebbe da ispirarsi ad una determina del 24 dicembre 2024 dell’Asl sarda dell’Ogliastra che ha previsto la possibilità per i cittadini di chiedere rimborsi all’Asl quando sono costretti a ricorrere al privato per l’impossibilità di accedere alle cure». «Garanzie di tutela e azioni concrete, queste che la Legge n.107/2024 offre ai cittadini per esercitare il loro diritto costituzionale alle cure – chiosa il segretario provinciale della Fnp (Federazione nazionale pensionati) di Bari e Bat, Enzo Lezzi – per la cui esigibilità chiediamo che il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, vigili affinché le stesse possano anche in Puglia essere garantite. Tutto ciò mentre proprio in queste ore le Asl di Bari e BAT iniziano a rigettare le prime istanze che in tal senso vengono presentate dai cittadini, costringendoli ad intraprendere un percorso giudiziario. Percorso rispetto al quale – ribadisce Lezzi – noi della Cisl siamo impegnati a sostenere, assicurando gratuitamente assistenza legale a tutti quei cittadini che si vorranno avvalere del nostro supporto. Esattamente, così come abbiamo già iniziato a fare presentando proprio stamani 7 Gennaio 2024, attraverso i nostri avvocati, Vergine e Faggiano, i primi ricorsi innanzi al Giudice di Pace competente per la Citta di Bari, per il riconoscimento di alcune istanze di rimborso presentate da cittadini e prontamente rigettate dall’ASL di Bari, malgrado quest’ultima non abbia rispettato per la prenotazione richiesta i tempi di attesa prescritti dal medico curante».
Il segretario provinciale dei pensionati Cisl di Bari e Bat ripercorre il cammino fatto fin qui e le nuove traiettorie: «Abbiamo chiesto che ai cittadini per i quali non sarà rispettato la tempistica indentificata per classi di priorità di erogazione, l’Asl debba garantire la stessa prestazione in intramoenia (la libera professione dei medici nello stesso ospedale) o con il sistema privato accreditato e il cittadino dovrà pagare solo il ticket (se non è esente). Abbiamo insomma chiesto che venga garantito ai cittadini una tutela e una garanzia alla cura, alternativa all’accesso nel servizio pubblico qualora l’Asl non riesca a rispettare i tempi di priorità prescritti, prevedendo l’assegnazione della visita in attività intramoenia (col pagamento del solo ticket se dovuto) e successivamente riconoscendo il rimborso nel caso di visita presso una struttura privata. Per la gestione delle patologie cronico-degenerative e oncologiche abbiamo chiesto debba essere definito e garantito l’accesso alle prestazioni presenti nei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA), attraverso agende dedicate. La gestione di tali agende può essere effettuata direttamente dallo specialista di riferimento o dalla struttura appositamente dedicata della Asl di appartenenza».
Lezzi, ancora: «Abbiamo chiesto ai direttori gereali delle Asl di potenziare l’offerta assistenziale in relazione alle visite diagnostiche e specialistiche, comprese le aperture straordinarie dei centri trasfusionali. Attendiamo che i cittadini possano effettuare visite diagnostiche e specialistiche nei giorni di sabato e domenica e la fascia oraria per l’erogazione di tali prestazioni possa essere prolungata».
«La Cisl Bari Bat dopo un anno di mobilitazione e di accompagnamento dei cittadini in un percorso di riaffermazione del diritto alle cure e alla salute – conclude Boccuzzi – non arretrerà di un millimetro in questa battaglia di civiltà fino a quando le prenotazioni ai Cup siano rispettose delle leggi e della dignità di un cittadino che chiede salute».
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