“Bisogna affrontare le tante, troppe vertenze industrali aperte al Mise con una vera capacità progettuale, responsabilità e capacità di sintesi. La via di una nuova concertazione è la più indicata per rinnovare le politiche industriali, per orientare su traguardi di partecipazione, produttività e sostenibilità l’intervento dello Stato sui capitali privati”.
Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenuto oggi al Consiglio Generale della Fim Cisl.
“Occorre gestire e risolvere le tante crisi aziendali che da anni giacciono in una condizione di perenne istruttoria – ha aggiunto il leader della Cisl ricordando i ” troppi posti di lavoro a rischio: Whirlpool, Ilva, Blutec, Jindal , ex Embraco, Sicor e tante altre ancora. Il Ministro Giorgetti attivi in tavolo di confronto strutturato e permanente al Mise per trovare insieme soluzioni concrete alle vertenze aperte e dare una prospettiva alla filiera siderurgica italiana ed agli settori industriali in crisi costruendo soluzioni e certezze per la difesa delle produzioni e della occupazione. L’Italia nonostante le difficoltà legate alla crisi economica rimane ancora la seconda manifattura europea. È un posizionamento che va difeso e consolidato con una politica industriale forte, autorevole, capace di gestire la transizione digitale e verde e di rispondere a crisi complesse, che coinvolgono filiere sempre più lunghe, internazionali, e orizzontali. Bisogna tornare a “osare l’industria” italiana, difendendo l’esistente, ma anche ammodernando il sistema produttivo, adeguandolo alle nuove sfide del 4.0. Significa sostenere le realtà più innovative e tecnologiche, aggiornare gli ecosistemi produttivi e lavorativi, governare la trasformazione verde, tecnologica, digitale, dei nostri asset strategici, dal manifatturiero all’agroalimentare, dal tessile al chimico, dai trasporti all’informatica, dalle costruzioni ai comparti ambientali, fino all’intreccio che lega questi settori ai servizi, al terziario, al commercio, all’artigianato. Gestire le emergenze e costruire una visione nuova di politica industriale è possibile impegnando risorse europee in arrivo a cominciare dal Recovery Plan ed utilizzando fonti di finanziamento nazionali”.
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